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E’ ANDATA VIA L’ESTATE

« E’ finita l’estate. »

Mi ascolto e quello che dico mi coglie impreparato, inatteso. Mentre l’acqua scivola indifferente sulla linea del mento, io mi sento uno spettatore inerme dei miei stessi pensieri. E’ come se fossi adagiato sulla sponda di un lago, fissandone stranito la superficie scura dove a rilento affiorano i ricordi. Non ho nessun controllo su loro, non ho nessun controllo nemmeno su me stesso. Posso solo muovere le labbra e dire al mio amore qui accanto « è finita l’estate. »

Loredana non mi risponde, vorrei distrarmi con la sua voce calda e avvolgente perché non riesco ad impedire a questo ricordo di emergere. Desidero pensare ad altro, alle estati di tre anni fa. A mia madre, al tono eternamente scocciato di mio padre, agli anni ruggenti dell’università, agli amici, alle bevute. Invece tornano in gola le essenze pungenti del mercato rionale di questa mattina. Il banco dei formaggi, le verdure, l’odore di gomma della bancarella dei giocattoli tutta condita di dinosauri e lucertole multicolore. Fibrillano le papille nel mio palato, solleticate dall’evanescente scia della salamella cotta alla griglia. Se solo potessi scappare da tutto questo per rifugiarmi nei pomeriggi di mille anni fa, quando correvo lungo i viali con uno spadino di legno alla ricerca di un drago con cui guerreggiare. Al contrario ho fisso nella memoria il viso appesantito del vecchietto al banco del pesce, che con la sua lentezza nervosa disarma il carretto assediato dai primi ruggiti della tempesta. La pioggia spacca il silenzio, disperdendo gli odori e la folla, macchiando ogni colore di umida malinconia.
«
E’ finita l’estate. » Mi dice dopo aver sigillato l’ultima cassa di gamberi sotto l’asse di legno.
«
» gli rispondo. « E’ finita l’estate. »
Da qualche parte là sopra sento le auto sfrecciare ingoiate dallo scrosciare del temporale. C’è sapore di terra bagnata, di ferro, di sangue, e quel ricordo che continua a tornare.
«
E’ finita l’estate » ripeto a Loredana che riposa qui accanto sbranata dalle lamiere. « Questa volta è davvero finita »
Il volante preme in profondità nel mio addome accendendo il dolore che bussa violento nella mia testa. Impotente prego la pioggia perché disperda velocemente le lacrime e con esse gli ultimi istanti della mia vita.

L.

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Per leggere un paio di racconti:

É andata via l’estate

Non è amore

Se volete leggere qualche recensione dei Mendicanti su internet, le trovate qui:
Twinsbookslovers
Goodreads
La Kate dei libri
Liberamente

 

L.